Cervantes Miguel (de) (1547 - 1616). Les principales aventures de l'admirable Don Quichotte représentées en figures par Coypel, Picart Le Romain, et autres habiles maitres; avec les explications des XXXI planches de cette magnifique collection.. a Liege, Chez J. F. Bassompierre, Imprimeur de Son Altesse, 1776
Frontespizio in rosso e nero con vignetta centrale e 31 tavole fuori testo finemente incise in rame di Boucher, Coypel, Lebas, Picart le Romain e Tremolières. Legatura ottocentesca in mezza pelle, dorso liscio con titoli e filetti in oro. Un'impercettibile reintegrazione al margine bianco di pp. 281-83. Celebre suite di illustrazioni che accompagna il testo del capolavoro di Cervantes.
4° (292x220mm), pp. viii, 356.
Collezione privata
Alcune macchie. Segni generali di usura.
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Cervantes Miguel (de) - Alcalá de Henares 29 settembre 1547, Madrid 22 aprile 1616; uno dei più grandi autori della letteratura mondiale, nacque il 29 settembre 1547 ad Alcalá de Henares, una città nei pressi di Madrid, in Spagna. È celebre soprattutto per il suo romanzo "Don Chisciotte della Mancia", considerato una pietra miliare della letteratura occidentale e una delle prime opere moderne del romanzo.
La vita di Cervantes fu caratterizzata da avventure e difficoltà. Figlio di un modesto medico, ricevette un’istruzione rudimentale e iniziò presto a viaggiare. Nel 1571 partecipò alla famosa Battaglia di Lepanto, combattendo come soldato nella flotta della Lega Santa contro l’Impero Ottomano. Durante questa battaglia, rimase ferito alla mano sinistra, che rimase permanentemente inutilizzabile, valendogli il soprannome di "el manco de Lepanto" (il monco di Lepanto). Nonostante ciò, Cervantes considerò sempre questo evento un punto d’onore nella sua vita.
Dopo Lepanto, trascorse alcuni anni come soldato in Italia, un'esperienza che influenzò profondamente la sua visione artistica e culturale. Durante il viaggio di ritorno in Spagna, nel 1575, fu catturato da pirati algerini e tenuto in schiavitù ad Algeri per cinque anni. Tentò più volte la fuga, ma senza successo, finché non fu riscattato nel 1580.
Tornato in Spagna, Cervantes affrontò difficoltà economiche e personali. Si sposò nel 1584 con Catalina de Salazar, ma il matrimonio non fu particolarmente felice. Durante questo periodo, iniziò a dedicarsi alla scrittura, pubblicando opere come "La Galatea" (1585), un romanzo pastorale, e diverse commedie e poesie, che tuttavia non ebbero grande successo.
Il suo capolavoro, "Don Chisciotte della Mancia", fu pubblicato in due parti: la prima nel 1605 e la seconda nel 1615. Il romanzo racconta le avventure del cavaliere errante Don Chisciotte e del suo fedele scudiero, Sancho Panza. L'opera è una satira dei romanzi cavallereschi dell'epoca, ma va ben oltre: esplora temi universali come la follia, la realtà, l’illusione e il significato dell’ideale. Don Chisciotte, con il suo spirito idealista e le sue imprese tragicomiche, è diventato un simbolo dell’umanità stessa, mentre Sancho rappresenta il realismo e la saggezza popolare.
Cervantes non godette mai di grande ricchezza o fama durante la sua vita, nonostante il successo del "Don Chisciotte". Continuò a scrivere fino alla sua morte, avvenuta il 22 aprile 1616, lo stesso giorno in cui morì William Shakespeare, un altro gigante della letteratura mondiale (anche se seguendo calendari diversi).
Oltre al "Don Chisciotte", Cervantes lasciò altre opere notevoli, tra cui "Le Novelle Esemplari" (1613) e il romanzo incompiuto "I lavori di Persile e Sigismonda" (1617). La sua eredità letteraria continua a influenzare scrittori, artisti e pensatori in tutto il mondo. Con il suo genio, Cervantes trasformò la letteratura e aprì nuove strade per l’espressione artistica, regalando all’umanità una delle sue opere più preziose.