Bembo Pietro (1470-1547). Prose di . M. Pietro Bembo nelle qvali si ragiona della volgar lingva scritte al Cardinale De Medici che poi e stato creato a Sommo Pontefice et detto Papa Clemente Settimo divise in tre libri. In Vinegia, per Giouan Tacuino, nel mese di Settembre del 1525
Prima edizione
Bella legatura antica (inizio Seicento?) in piena pelle, dorso a nervi e piatti inquadri da filetto a secco. Un rinforzo al margine basso (bianco) del frontespizio, qualche macchia sparsa ed un piccolo indebolimento all’angolo basso delle ultime carte. Esemplare comunque genuino e particolarmente marginoso, ben conservato. Edizione originale di quest’opera di grande interesse per l’uso della lingua italiana nella quale Bembo si pone l’obiettivo di creare una lingua letteraria comune, che avesse la stessa dignità ed eleganza del latino. In forma di racconto, questa finzione cronologica serve ad affermare la priorità della grammatica esposta nel terzo libro rispetto alle regole grammaticali della volgar lingua pubblicate da Giovan Francesco Fortunio nel 1516.
96 pagine di cui l’ultima bianca. 4° (305x210mm).
Collezione privata
Alcune macchie. Segni generali di usura, spigoli ammaccati.
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Bembo Pietro - Venezia 20 maggio 1470, Roma, 18 gennaio 1547; è stato un importante umanista, scrittore, poeta e cardinale italiano del Rinascimento. Figura di spicco del panorama culturale dell'epoca, è noto soprattutto per il suo contributo alla codificazione della lingua italiana, oltre che per il suo ruolo nel rinnovamento della letteratura volgare.
Storia
Nato a Venezia in una famiglia nobile, Pietro Bembo ricevette un'educazione raffinata, studiando a Firenze, Padova e Ferrara. Entrò in contatto con figure di primo piano del Rinascimento come Aldo Manuzio, il celebre tipografo e editore, e fu profondamente influenzato dalla cultura classica.
Bembo servì alla corte di Urbino, una delle corti più illustri dell'epoca, dove entrò in contatto con letterati e artisti di primo piano. Successivamente, fu segretario personale di Papa Leone X a Roma. Nel 1539, fu nominato cardinale, segno del suo prestigio non solo come intellettuale ma anche come uomo di Chiesa.
Contributi letterari
Pietro Bembo è ricordato principalmente per i seguenti contributi:
Codificazione del volgare italiano:
Nel suo trattato Prose della volgar lingua (1525), Bembo sostenne l'uso del volgare fiorentino del Trecento, in particolare quello di Dante, Petrarca e Boccaccio, come modello per la lingua italiana. Questo testo fu fondamentale per l'evoluzione dell'italiano letterario e per la sua standardizzazione.
Rinnovamento della poesia volgare:
Bembo scrisse poesie in italiano ispirate al modello petrarchesco, contribuendo alla rinascita del sonetto e al perfezionamento dello stile lirico. La sua raccolta di poesie, Rime, si distinse per l'eleganza e la purezza stilistica.
Opere in latino:
Scrisse anche in latino, dimostrando la sua erudizione classica. Tra queste, i Dialoghi sono un esempio significativo.
Relazioni con l'editoria:
Collaborò con Aldo Manuzio per l'edizione di testi classici e opere volgari. Grazie a questa collaborazione, promosse la diffusione della letteratura volgare attraverso l'editoria.
Libri principali
Prose della volgar lingua (1525) – Trattato fondamentale per la standardizzazione della lingua italiana.
Rime – Raccolta di poesie ispirate al Canzoniere di Petrarca.
Gli Asolani (1505) – Dialoghi sull'amore, scritti in un volgare elegante.
Lettere – Raccolte epistolari che testimoniano il suo pensiero e la vita intellettuale del Rinascimento.
De Aetna (1496) – Una descrizione in latino delle sue osservazioni sull'Etna, espressione del suo interesse per la natura e la scienza.
Pietro Bembo rimane una figura centrale nella cultura rinascimentale italiana, capace di coniugare la passione per la tradizione classica con l'innovazione letteraria nel volgare.