Decorazioni nelle parti a vista con mazzi di fiori nei toni del rosa, giallo e del verde scuro intervallati da volute rocaille in verde scuro, il tutto su fondo verde azzurro. I due cassetti vengono evidenziati dalle tipiche profilature scolpite e dorate; sporgenti sono i montanti, su cui si innestano gambe ad S. Al centro dei due cassettoni paesaggi con scene galanti. Piano sagomato decorato a finto marmo. I cassettoni hanno ferramenta e maniglie d'epoca. Laccatura posteriore.
113cm x 50cm h:86cm
Collezione privata
Pinto Pietro, Il mobile italiano dal XV al XIX secolo. Istituto geografico De Agostini SpA, Novara, 1962.
Morazzoni Giuseppe, Il Mobile Veneziano del ‘700. Casa editrice d’arte Bestetti & Tumminelli, Milano, 1927, p. 214.
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L'arte della laccatura viene introdotta in Italia nel XVIII Secolo. Una tecnica di decoro conosciuta e praticata in Estremo Oriente da Cinesi e Giapponesi fin dalle più remote età. I primi a portarla in Europa furono quelle nazioni dalla forte cultura mercantile come Olandesi e Portoghesi. In Cina la tecnica della lavorazione delle lacche era tenuta in gran segreto. I centri artistici europei cercarono in ogni modo di imitare quelle importate, ma non erano mai così dure come quelle cinesi. Oltre al fatto che, col passare del tempo, le lacche europee si ricoprivano di screpolature. In Italia, il legno preferito dei laccatori è il cirmolo. Le superfici da decorare venivano ricoperte con una striscia di tela incollata, in caso fossero presenti aperture e fessure. Oltre a chiudere tutti i pori del legno. Successivamente venivano dati vari strati di gesso e colla fino a raggiungere una superficie omogenea. Questa è la tecnica di preparazione dei mobili veneziani per la laccatura. Hanno una spessissima copertura in gesso e colla rispetto ai mobili laccati piemontesi, genovesi e di altre parti d’Italia. Ultimata questa e la doratura, si passavano vari strati di vernice sandracca. È una resina simile alla gommalacca, ma molto più chiara, e viene utilizzata come vernice finale per i mobili laccati, per preparare fissativi per pastello, tempera. Con questa resina si ottiene un film di elevata lucentezza e di buona adesione. Nel primo periodo quando fu iniziata l'imitazione del mobile laccato; i mobili laccati prodotti in Italia rimangono strettamente legati a fondi neri o rossi con figure dorate e lisce o con rilievo, raffiguranti scene a chinoiserie. Solo successivamente gli artigiani acquisirono capacità e libertà di invenzione ricoprendo ad esempio le superfici con fiori, uccelli, paesaggi, scene della vita quotidiana. Accanto a questa tecnica, privilegio delle classi benestanti; nel XVIII Secolo cominciò a fiorire e prosperare l'imitazione stessa di questa tecnica: la cosiddetta "arte povera". L'arte povera consisteva nel ritagliare delle incisioni che raffiguravano scene, paesaggi, fiori; ed una volta ritagliate, venivano colorate e sul tutto era data una vernice trasparente.
Bibliografia
Pinto Pietro, Il mobile italiano dal XV al XIX secolo. Istituto geografico De Agostini SpA, Novara, 1962.
Morazzoni Giuseppe, Il Mobile Veneziano del ‘700. Casa editrice d’arte Bestetti & Tumminelli, Milano, 1927, p. 214.