Cassettone a mezzaluna laccato ornato da ricco decoro floreale dorato. Piano in marmo di Valdieri coevo con angoli a punta, frontale e lati convessi. Dotato di due cassetti e due antelli ai lati tutti inquadrati da cornice dorata. Gambe troncoconiche scanalate.
140cm x 62,5cm h:100,5cm
Collezione privata
Antonetto Roberto, Il mobile piemontese nel Settecento. Opere d'autore, vol. I, Torino 2010.
Antonetto Roberto, Il mobile piemontese nel Settecento. Opere anonime, vol. II, Torino 2010.
Difetti e mancanze. Alcuni fregi con rotture e mancanze, cadute e possibili ritocchi nella decorazione pittorica. Chiavi mancanti.
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Bolgiè Francesco - 1752, 1834; è stato un ebanista e intagliatore italiano attivo nel XVIII secolo, un periodo che ha visto il fiorire di stili artistici e artigianali distintivi, come il Rococò e il Neoclassicismo. Nella sua carriera, Bolgiè si distinse per la sua abilità nel creare mobili di alta qualità, caratterizzati da un'accurata lavorazione del legno e decorazioni eleganti. Sebbene non sia uno degli artigiani più noti del suo tempo, la sua opera risulta significativa per comprendere l'evoluzione dell'arredamento e dell'ebanisteria nell'Italia del XVIII secolo.
Formazione e carriera
Bolgiè nacque probabilmente a Torino, ma le informazioni precise sulla sua vita e sulla sua formazione sono scarse. È comunque noto che fu uno dei principali ebanisti a lavorare nelle corti italiane e in altre zone d'Europa, dove l'arte dell'ebanisteria era molto apprezzata. La sua carriera si sviluppò durante il periodo della transizione tra il Rococò e il Neoclassicismo, influenzato da queste due grandi correnti artistiche che segnarono l’arte del mobile nel XVIII secolo.
Il Rococò, con le sue linee curve, le decorazioni leggere e i colori chiari, influenzò molto il lavoro di Bolgiè. Tuttavia, durante la seconda metà del secolo, le nuove correnti neoclassiche, con la loro predilezione per le forme più sobrie e la simmetria, iniziarono a prendere piede, portando gli ebanisti a rielaborare il proprio stile in chiave più rigorosa e monumentale.
Stile e opere
Il lavoro di Francesco Bolgiè si caratterizzava per una grande attenzione ai dettagli e per l’impiego di materiali pregiati. Era esperto nell'intaglio del legno, tecnica che gli permetteva di realizzare decorazioni elaborate, come motivi floreali, figure stilizzate e simboli mitologici, tipici del Rococò. I suoi mobili spesso combinavano funzionalità e bellezza estetica, riflettendo il gusto del tempo per l'opulenza e la raffinatezza. Tra le sue opere più conosciute ci sono armadi, comò, sedie e tavoli, che rappresentano un mix di eleganza e innovazione.
Una delle caratteristiche principali del suo lavoro era l'uso di intarsi in legni pregiati, come il noce, il ciliegio, l'ebano e l'acero. La tecnica dell'intarsio permetteva di creare motivi decorativi complessi che conferivano ai mobili un aspetto particolarmente ricercato. Le sue creazioni, infatti, non erano solo pratiche, ma anche opere d'arte, capaci di arredare i palazzi nobiliari dell'epoca con classe e stile.
L'eredità di Francesco Bolgiè
Sebbene il nome di Francesco Bolgiè non sia tra i più celebri nell'ambito dell'ebanisteria, il suo lavoro ha comunque contribuito a consolidare le tradizioni artigianali italiane. La sua abilità tecnica, unita a un buon senso estetico, gli permise di soddisfare le richieste delle élite nobiliari, che cercavano mobili che unissero praticità e bellezza.
Oggi, le sue opere sono ricercate da collezionisti e musei, in quanto testimoniano il gusto e la maestria dell'artigianato del XVIII secolo, un periodo in cui l’arte del mobile italiano si trovava al culmine della sua raffinatezza.